Una storia lunga più di vent’anni.
Dal 1997 Monumenti Aperti ha fatto passi da gigante: dagli esordi, quando la manifestazione era una realtà localizzata al capoluogo sardo, Monumenti Aperti è diventato un marchio riconosciuto in tutta l’isola, in quanto ad oggi sono più di 120 i comuni sardi che sono entrati a far parte del circuito della manifestazione almeno una volta; da tre anni la manifestazione è sbarcata anche sulla terra ferma in alcuni comuni piemontesi e quest’anno anche il Comune di Ferrara entra a far parte per la prima volta della rete della XXI edizione.
C’è tanto da dire, c’è tanto da scrivere, c’è tanto da analizzare e c’è tanto da chiedersi a riguardo. Molti studenti universitari, docenti e studiosi, si sono appassionati e interessati alla storia di Monumenti Aperti e per questo sono nate molte tesi e sono stati realizzati molti studi.

Qualche anno fa è stato fatto un’analisi di riguardo sull’iniziativa “Monumenti aperti a tutti – cultura senza barriere”, il cui obiettivo è quello di rendere i monumenti accessibili ai cittadini con disabilità temporanee e permanenti.
I risultati dovrebbero contribuire al dibattito sui potenziali contributi del turismo e dell’esperienza culturale suggerendo come utilizzare correttamente la cultura per sfidare il cambiamento sociale.
Questo studio presenta un caso di successo sardo degno di essere replicato e emulato ovunque e rappresenta un esempio importante della governance pubblica-privata. Questo lavoro propone semplici ma importanti proposte alle organizzazioni di destinazione che vogliono implementare processi di sviluppo sostenibili, accessibili e inclusivi. Tuttavia, la ricerca è in grado di catturare solo parzialmente la complessità del problema e non è applicabile a ogni realtà.
Studi e Ricerche – Borsisti 2017
Nell’ambito del progetto di ricerca finanziato alla Onlus Imago Mundi dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato dei Beni Culturali – Bando 2017 ex L.R. n.14 del 20.09.2006, art. 20 e 21 comma 1, lett. r) 8 studenti universitari hanno ricevuto una borsa di studio, a titolo oneroso, per l’attività di ricerca sulla storia, sulla tradizione, sulla lingua e sulla cultura della Sardegna: