È il pesante bilancio dell’impatto del biennio Covid sul settore raccontato oggi 18/o Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere”, illustrato oggi alla presenza del ministro della cultura Dario Franceschin. La spesa media mensile delle famiglie italiane in ricreazione, spettacoli e cultura nel 2021 è stata di 99 euro
Sono 55 mila i posti di lavoro andati in fumo in due anni di pandemia nel settore cultura (pari al 6,7%), più del triplo di quanto accaduto nell’occupazione totale (dove la variazione negativa è stata del 2,4%). È il pesante bilancio dell’impatto del biennio Covid sul settore raccontato oggi 18/o Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere”, illustrato alla presenza del ministro della cultura Dario Franceschini per fare il punto su due anni di pandemia, con focus sul tema occupazione. Una perdita di posti che è ancora maggiore nei settori della cultura “in senso stretto”, con picchi del -11%, e tra i giovani (under 35) con -12,6%. Al calo dei valori assoluti si associa la diminuzione della quota degli occupati in ambito culturale sul totale dell’occupazione, che passa dal 3,6% al 3,4%.
Prendendo in considerazione solo il 2021, prosegue il Rapporti di Federculture, l’occupazione culturale è stimata in 771 mila unità con una presenza di donne leggermente più elevata rispetto al totale (43,9% vs. 42,2%). A livello territoriale, si lavora di più nell’ambito della cultura al Centro-Nord (82,3% vs. 73,5%), segnale del potenziale sottoutilizzo del grosso patrimonio artistico, storico e culturale del Mezzogiorno. Nel 2021 quasi la metà dei lavoratori in ambito culturale (47,3%) è laureato a fronte del 24,3% del totale occupati
In biennio pandemia -75% spesa e -80% fruizione
Due anni di pandemia sono stati un vero e proprio ciclone devastante per il settore cultura. In particolare, nei campi dello spettacolo dal vivo (cinema, teatri e concerti), i numeri del biennio 2019-2021 sono allarmanti: -75% della spesa e crollo della fruizione con variazioni negative intorno all’80%. Non se la cavano molto meglio musei, mostre e affini con un calo della spesa delle famiglie del 26,6% e del 72% della fruizione. L’allontanamento degli italiani dalle attività culturali nel biennio ha toccato tutti i settori, ma in particolare quelle svolte fuori casa: – 81% di partecipazione al cinema, -85% teatro; -72% musei e mostre, tra -70% e -82% per concerti classici e di altro genere; -62% siti archeologici e monumenti. Una fuga che riguarda tutte le fasce di età, con particolare evidenza tra i giovani fino a 19 anni, e tutti i territori del Paese.
Cultura: 99 euro la spesa mensile per famiglia nel 2021
La spesa media mensile delle famiglie italiane in ricreazione, spettacoli e cultura nel 2021 è stata di 99 euro. Un valore che cresce del 6% rispetto al 2020 (quando era 93,4 euro), ma che resta tra gli incrementi più bassi dei vari capitoli di spesa non alimentare. La spesa in cultura e ricreazione è infatti quella che si mantiene più lontana dai livelli del 2019 (-22% nel biennio 2021-2019).
Con 2022 primi segnali di ripresa tra musei e bonus
Se il biennio segnato dalla pandemia (2019-2021) è stato devastante per il settore delle attività culturali, primi segnali positivi si notano con l’arrivo del 2022. Il 18/o Rapporto Annuale Federculture spiega infatti che il primo settore a dare segnali di ripresa è il turismo che, seppure ancora lontano dai livelli pre-Covid del 2019, sta tornando a crescere: nel 2021, sul 2020, + 41% di arrivi e +39% di presenze e nel primo trimestre 2022 sono triplicate entrambe le voci rispetto agli stessi mesi dello scorso anno (oltre +200%). C’è poi il successo delle domeniche gratuite nei musei che in sole tre giornate (maggio-giugno-luglio) hanno riportato nei siti statali oltre 400.000 mila visitatori, o il Salone del Libro di Torino che ha avuto il record di presenze nell’edizione 2022 con più di 168 mila ingressi, ma anche il dato del Bonus Cultura per i diciottenni che, ancora in corso, conta 396.651 registrazioni per un valore di 65,7 milioni di euro che i giovani spendono in libri, concerti, musica, cinema.
Italia sempre divisa tra Nord e Sud sui consumi
L’Italia, ad ogni modo, resta ancora divisa in due sul fronte dei consumi culturali, con il Sud che mostra i valori di spesa più bassi anche nel “biennio della pandemia”. Il quadro delle regioni per quanto riguarda la spesa media mensile delle famiglie in ricreazione, spettacoli e cultura durante il biennio 2019-2020 vede una diminuzione dell’incidenza della “spesa culturale” sulla spesa totale che passa dal 5% del 2019 al 4,1% del 2021, con variazioni negative in valori assoluti che superano anche il 30% con le punte massime di Calabria (-34,7%), Toscana (31%), Piemonte (-28,5%). A “tenere” di più nel biennio sono Abruzzo (-9,2%), Val d’Aosta (-12,5%), Sicilia (-13%) e Lombardia (-14,7%). Tra le “grandi”, il Lazio è solo 11/a (-21,2%) e il Veneto 14/a (-24,5%).
