La cosiddetta cella del Tasso si inserisce nell’Addizione novecentista, voluta dal regime fascista e progettata negli anni ’30 del Novecento dai fratelli Savonuzzi sul sedime dell’antico Ospedale Sant’Anna.
Tra gli ambienti conservati durante il risanamento dell’area ci sono quelli ipogei, tra cui quelli che vengono scelti per riprodurre la cella del reparto dell’ospedale in cui Torquato Tasso fu rinchiuso per sette anni per volere del duca Alfonso II d’Este a causa dei suoi disordini mentali.
Tasso divenne presto un mito, la cui fama va oltre la pur eccezionale produzione letteraria, e l’originaria sede della sua detenzione fu oggetto di veri e propri pellegrinaggi: arrivarono a Ferrara artisti come Goethe, Byron, Stendhal.
Questo spinge i Savonuzzi a lasciarne testimonianza nonostante la demolizione di ampie parti dell’antico sanatorio.
La cella, ora chiusa, viene resa visitabile in occasione di Monumenti Aperti.