L’edificio, opera di Giuseppe Terragni, ha avuto una lunga e difficile gestazione (1932-1936) a causa anche delle contestazioni suscitate dal suo evidente contrasto con il gusto retorico dei “palazzi di regime” fascisti.
La struttura compositiva è caratterizzato da un equilibrio dinamico tra i vuoti e i pieni dei fronti e dalla presenza di ampie superfici vetrate che mettono in comunicazione l’interno con l’esterno.
Finita la guerra, la ex Casa del Fascio viene devastata con “furia smantellatrice” e svuotata degli arredi originali progettati dallo stesso Terragni. Destinata a sede dei partiti politici della nascente Repubblica, per qualche anno è anche sede di nuove associazioni dove giovani di tutti i ceti si ritrovavano per attività culturali, uniti dal comune impegno per un futuro migliore. Dal 1955 l’edificio è sede del Comando Provinciale di Como della Guardia di Finanza.
Davanti all’edificio si apre un imponente piazzale lastricato, adatto alle adunate e aperto verso il Duomo e il nucleo storico urbano.