Basilica di Santa Croce

Sicuramente, come luogo di cul- to ebraico, già esisteva quando Cagliari, conquistata dai Ca- talano Aragonesi, divenne nel 1326 la capitale del Regno di Sardegna ed ospitò una ioren- te comunità semita. Nel 1492 gli Ebrei furono espulsi da tutti gli Stati della Corona di Spagna, compreso il Regno di Sardegna, e la sinagoga di Cagliari fu prima sigillata e poi subito reimpostata come chiesa cattolica dedicata alla Santa Croce. Dal XVI secolo fu oficiata dalla Compagnia di Gesù, l’Ordine religioso fondato nel 1534 da Sant’Ignazio di Lo- yola. L’ediicio, semplice, venne ampliato nel corso del XVII secolo su progetto dell’archi- tetto Giandomenico da Verdina. Fu completato nel 1661 grazie alla generosità dei Brondo, marchesi di Villacidro, come si evince dall’iscrizione posta sulla facciata sotto lo scudo araldico della famiglia. Cinquantatré anni dopo il passaggio del Regno di Sardegna alla Casa Savoia, nel 1773 i Gesuiti furono sciolti dal papa Clemente XIV, e la chiesa passò nelle mani dello Stato ino a quando, nel 1809, il re Vittorio Emanuele I l’assegnò all’ Ordine ca- valleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro, facendola ele- vare al rango di basilica magistrale. Nel 2004 è nata la Fondazione Ordine Mauriziano, che in tempi recenti ha afidato la basilica all’Arcidiocesi di Cagliari perché po- tesse essere nuovamente oficiata dopo anni di restauro. Nel 2018 l’arcivescovo di Cagliari, in applicazione delle disposizioni di papa Benedetto XVI emanate col motu proprio Summorum Pontiicum il 7 luglio 2007, ha istitui- to la Parrocchia di Santa Croce, individuando come sede per essa appunto la Basilica Santa Croce: da questa data la basilica è oficiata col rito romano usus antiquior (cioè nella forma più antica).