Forte Sabaudo

Sulla collina che sovrasta la basilica di Sant’Antioco si trova il forte sabaudo denominato “Su Pisu”. Fu costruito tra il 1813 e il 1815 per dare riparo ai soldati ed alla popolazione di Sant’Antioco in caso di assedio da parte dei pirati saraceni. A seguito della tragica incursione del 22 luglio 1812 la popolazione di Sant’Antioco aveva chiesto con forza al Governo Sabaudo di prendere provvedimenti per difesa della comunità. La Regina Maria Teresa concesse un finanziamento di 700 scudi per la costruzione del forte. Dopo lunghe peripezie il forte fu finalmente terminato nell’estate del 1815. Nuovo comandante fu nominato il sottotenente d’artiglieria Efisio Melis Alagna che aveva ai suoi ordini gli artiglieri di Sardegna. Domenica 15 ottobre 1815, al tramonto, comparve davanti alle coste dell’isola di Sant’Antioco una flotta di circa 15 navi che mise in allarme la popolazione; il comandante vide che le navi battevano bandiera inglese. Efisio Melis Alagna non si accorse che le navi erano giunte da Tunisi. Il 16 ottobre 1815, verso le sette del mattino mille corsari, a bordo delle loro scialuppe, presero d’assalto le spiagge di “Su Pruini (attuale Is Pruinis)” e “Sa Punta De S’aliga”, quindi si diressero verso il centro abitato. Gli abitanti di Sant’Antioco, in preda al panico, abbandonarono le case e si rifugiarono nelle campagne. Il comandante e 16 soldati si rifugiarono nel forte con una piccola parte della popolazione e tra di essi perfino Angelina, sorella di Efisio. Il comandante tunisino giunto col suo esercito ai piedi del forte né ordinò l’assalto. Gli assalti continuarono per circa sette ore, ma il baluardo difensivo sembrava inespugnabile. I tunisini, penetrati nel forte presero di sorpresa i difensori. La lotta, però, risultò ben presto impari, tanto che, i soldati scampati al combattimento ed i civili presenti nel forte si arresero. Il comandante Melis e 10 suoi uomini rimasero uccisi nello scontro. Sei soldati si arresero nelle mani degli assalitori. La sorella di Efisio Melis Alagna e altre donne furono catturate e condotte prigioniere a Tunisi. Furono 133 le persone catturate a Sant’Antioco. Il comandante della guarnigione, Efisio Melis Alagna, fu sepolto nella chiesa di Sant’Antioco e, a ricordo del sacrificio, onorato con un’iscrizione commemorativa.

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