Il bisso marino, un prezioso materiale tessile dai riflessi dorati e scintillanti, veniva lavorato per realizzare tessuti pregiati molto apprezzati dalla nobiltà secolare ed ecclesiastica. La seta di bisso è un prodotto della nacchera, o Pinna nobilis, la più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo che può raggiungere la lunghezza di un metro e, ai giorni nostri, è una specie protetta. I suoi filamenti, chiamati bisso, servono alla Pinna nobilis ad ancorarsi al fondale fangoso e venivano usati come materiale grezzo da cui trarre la seta di bisso.
La produzione della seta era laboriosa e richiedeva molte tappe di lavoro. Eppure le conoscenze di questa tradizione artigianale non sono ancora del tutto scomparse: Chiara Vigo rimane l’unico Maestro di bisso del Mediterraneo, l’unica depositaria ormai della tradizione e di una manualità che si perde indietro nel tempo. Di bisso, infatti, si parla già nella Bibbia: furono i Caldei a trasmettere il segreto al popolo ebraico e i loro vicini Fenici a diffonderlo nel Mediterraneo e soprattutto le loro donne videro che pettinando quei fili potevano renderli talmente serici e lucenti (esodo 27) da riuscire a filarli. Caldei, Fenici, Egiziani diventarono maestri in quest’arte. Re e sacerdoti usarono il bisso per vesti e paramenti sacri. I Fenici approdarono in Sardegna portando con sé anche la tecnica per tingere le fibre del bisso in vari colori.
Secoli più tardi le donne di Sant’Antioco appresero da una principessa di origine caldea, chiamata Berenice, altri segreti sull’arte della tessitura del bisso e cominciarono a tramandarseli di generazione in generazione secondo una ritualità quasi sacra. Chiara Vigo, definita l’unica erede di Berenice, può infatti spiegare la tecnica della tessitura del bisso a tutti, ma solo uno sarà il suo legittimo erede, l’unico a cui svelerà tutti i suoi segreti.