Posta a quasi 800 m di altezza la chiesa fu costruita nel XVII secolo in ragione di una pestilenza fu dedicata alla Madonna di Bonaria in parallelo al santuario di Cagliari. Per la sua posizione divenne riferimento per i marinai, perché percepibile dal mare. Nell’Ottocento era frequentata durante la festa celebrata l’ultima domenica di Agosto, dove venivano accese delle lampade in modo da rendere più visibile. Fu sfruttata dal generale Alberto Della Marmora, durante la stesura della prima carta topografica della Sardegna, tanto che si trasferì per alcuni mesi nella chiesa posizionando un apposito pilastrino sul tetto. La facciata a capanna, in blocchi di calcare, con un portale abbellito da una centina a ghiera. Il resto della struttura è realizzata con scaglie pietra locale e blocchi di calcare negli angoli e nelle porzioni architettoniche portanti, proveniente dalle cave di Santa Vittoria trasportati a dorso di mulo. L’interno, ad aula unica, è suddiviso in tre campate coperte da volte a botte. Il presbiterio è collegato all’aula da un arco trionfale che presenta una piccola apertura superiore a forma di cuore. Lungo i lati è ancora presente un bancone in pietra, mentre sul lato destro sono ancora visibili i sostegni del pulpito. Alcuni lacerti dell’intonaco permettono, anche se con una certa difficoltà, di intuire la decorazione originaria caratterizzata dal colore azzurro forse in ragione della profonda venerazione dei naviganti.