San Giovanni Suergiu

San Giovanni Suergiu (in sardo Santu Giuanni Suèrgiu) è un comune italiano di circa 6.000 abitanti della provincia di Carbonia-Iglesias, nella regione del Sulcis-Iglesiente. San Giovanni Suergiu si trova a circa 70 km a ovest di Cagliari e a circa 5 a sud di Carbonia. Dal punto di vista morfologico il territorio è pianeggiante, il comune si trova infatti nella piana che termina nella vicina laguna di Sant’Antioco.

Il territorio sangiovannese fu abitato già in era prenuragica, punica e romana, come dimostrano vari siti e reperti rinvenuti nell’area.

Nella prima metà del Novecento Palmas Suergiu fu interessata a un rapido sviluppo industriale, che interruppe la monoeconomia agro pastorale sino ad allora presente. Nacquero così la centrale elettrica di Santa Caterina e gli impianti di raffinazione del carbone e di lavorazione del magnesio della SAMIS (trasferiti però a Sant’Antioco negli anni trenta). Oltre a ciò la costruzione della rete delle Ferrovie Meridionali Sarde fece della stazione di Palmas Suergiu il principale scalo ferroviario del Sulcis dell’epoca, in quanto da qui si diramavano le linee per Iglesias, per Siliqua e per Calasetta (linee poi chiuse nel 1974). Dal punto di vista agricolo l’INPS bonificò una larga fetta di territorio paludoso nella zona tra Palmas Suergiu e Palmas (divenuta frazione), stabilendovi un’importante azienda agraria. Tutti questi insediamenti produttivi portarono a un incremento della popolazione, con un flusso migratorio proveniente anche da oltre Tirreno, facilitato inoltre anche dal grande sviluppo che i vicini bacini carboniferi sulcitani stavano vivendo in quell’epoca.

Nel dopoguerra, nel 1952 al comune fu data l’attuale denominazione di San Giovanni Suergiu. L’attuale toponimo unisce il nome del patrono cittadino, a cui era intitolata l’antica chiesa di San Giovanni Battista, con quello di Suergiu, uno dei medau attorno al quale si era sviluppato il centro, che a sua volta traeva il suo nome dal vicino monte Suergiu, così chiamato per la presenza di querce da sughero sul colle in passato[5]. La costruzione dell’invaso di Monte Pranu, nella vicina Tratalias, portò nel 1962 all’abbandono dell’originaria Palmas da parte dei suoi abitanti (trasferitisi a pochi chilometri di distanza nell’omonima nuova frazione), a causa delle infiltrazioni d’acqua che dalla diga avevano minato le fondamenta delle abitazioni (successivamente demolite) di questo e di altri borghi vicini.

La progressiva crisi del settore estrattivo e industriale sulcitano costrinse a emigrare molti sangiovannesi, fenomeno in parte placato con la costruzione del polo industriale di Portovesme. (Dal sito istituzionale)

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