La diversità geomorfologica delle coste della Sardegna, caratterizzate dalla presenza di bassi fondali, isolotti, scogli e rocce affioranti, ha da sempre costituito elemento di estremo pericolo per la navigazione, portando così alla ricerca di metodologie e costruzione di apparati che potessero essere d’aiuto alle imbarcazioni in navigazione sotto costa. Inizialmente si trattava di particolari punti naturali facilmente riconoscibili, successivamente vennero messe a punto nuove soluzioni e sulle carte indicanti i porti iniziarono ad essere riportati anche i luoghi ospitanti vere e proprie strutture costruite per la segnalazione marittima. Poi la dominazione spagnola ha dotato l’intero perimetro costiero della Sardegna di torri, il cui scopo era non solo quello di vigilanza, avvistamento e difesa, ma anche di aiuto alla navigazione, offrendo un punto fisso e ben visibile ai naviganti ed effettuando segnalazioni in caso di condizioni meteo – marine avverse. Il 12 Maggio 1868 Vittorio Emanuele II istituì la “Reale Commissione dei Porti, Spiagge e Fari” e la Sardegna risultava tra le prime regioni per numero di strutture. Il Faro di Porto Ponte Romano venne edificato nel 1924 dal Genio Civile e ristrutturato nel 1952. Ancora oggi posa il suo “sguardo luminoso” sul Golfo di Palmas indicando, dal 1937 in poi, anche l’accesso all’adiacente porto commerciale. L’edificio, con struttura a blocco, si caratterizza per la bianca torre quadrangolare che si eleva sui tre piani sottostanti. Alta 22 metri, è sormontata da una piccola lanterna cilindrica ad ottica fissa la cui portata luminosa è di 15 miglia. Pur essendo da tempo completamente automatizzato, è abitato da due famiglie di faristi. Situato all’ingresso del paese in una lingua di terra in cui diverse epoche storiche si mescolano, è stato testimone di importanti avvenimenti e cambiamenti del secolo scorso. Come una sentinella silenziosa, vigila ed osserva, scandendo il tempo degli abitanti dell’isola di Sant’Antioco.