Il palazzo fu programmato negli anni Venti del Novecento con altri edifici universitari all’interno del vasto programma di interventi di edilizia pubblica riguardanti tutta l’isola, curato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche della Sardegna. Progettato nel 1926 dall’ingegnere Angelo Binaghi in collaborazione con un altro professionista, Flavio Scano, fu costruito in lotti successivi. Probabilmente si deve proprio a Scano la veste monumentale dell’edificio, caratterizzato da gusto neomanierista, che si riscontra soprattutto nei motivi della decorazione architettonica esterna. L’edificio sorge su una pianta ad ottagono irregolare, condizionata dal ripido pendio dell’area, ed ha differenti lunghezze a seconda dei lati. Su quello breve inferiore si apre l’imponente atrio d’ingresso preceduto da una scalinata. La parete esterna è a bugnato (per continuare liscia per tutto il perimetro della costruzione) e presenta, addossate, possenti semicolonne gemelle che inquadrano la triplice apertura d’accesso. Disposto su tre livelli, il palazzo ha sporgenze e rientranze nei corpi di fabbrica, accomunati dalle decorazioni e dalla regolarità delle aperture, ma è comunque omogeneo grazie al ritmo continuo delle finestre intervallate da lesene in aggetto. Si completa con decorazioni ad immagini clipeate, scudi e blasoni, compreso lo stemma dell’Università di Cagliari collocato sopra l’ingresso centrale. All’interno la bella scala centrale conduce ai vari piani attraverso corridoi che si sviluppano lungo i cortili, parzialmente occupati da costruzioni aggiunte per le esigenze didattiche: vi si aprono aule, laboratori e uffici dove sono conservati ancora gli infissi e le tapparelle in legno originali. Degne di nota sono le aule ad anfiteatro che riportano sulla porta d’ingresso iscrizioni in lingua latina inneggianti alla scienza e alla cultura. Il palazzo ospitava i dipartimenti universitari scientifici, in parte trasferiti alla cittadella di Monserrato, e conserva ancora interessanti strumenti d’epoca.