Il Villino San Lorenzo, così denominato per la presenza dell’attigua chiesa di San Lorenzo, è conosciuto anche come Villino Delitala, in riferimento alla famiglia proprietaria sino agli anni ’60 del Novecento, o Villa Cocco, dal nome dei proprietari attuali. Per quanto manchino riferimenti sulla data di edificazione, una fotografia panoramica di fine Ottocento nella quale compare il profilo del carcere di Buoncammino, allora appena terminato, ci mostra la presenza della torretta della villa. Il progetto dell’edificio è attribuito a Dionigi Scano (1867 – 1949), uno dei più importanti architetti che operarono a Cagliari e in Sardegna a cavallo tra Ottocento e Novecento, che lo edificò in un sobrio stile liberty, unito a dei richiami neogotici.
La borghesia imprenditoriale che da fine Ottocento scalzò il predominio dell’antica nobiltà cagliaritana, sembra voler voltar le spalle al quartiere di Castello, ed edificò le sue dimore nelle aree campestri limitrofe alla città, inaugurando la nascita di ville, parchi e giardini, le cui tracce sono ancora oggi ben visibili oltre che nel Viale Buoncammino, anche nelle zone di Viale Trento e Via Milano. Il salotto è il cuore della Villa e riflette il pieno affermarsi dell’egemonia della classe borghese, trasformandosi da sala di conversazione a luogo chiuso ed esclusivo, caratterizzato da un elemento centrale: la biblioteca. Nel salotto si trovano i ritratti a olio del dott. Giovanni Cocco, proprietario della Villa, e del padre, dott. Luigi Cocco, entrambi medici radiologi e proprietari di uno dei primi studi radiografici dell’Isola. Sono inoltre esposti la pergamena di diploma di specializzazione in radiologia di Giovanni Cocco, del 1938, che presenta i simboli e le diciture del Regno d’Italia durante il fascismo e il tubo focus (1914), uno dei primi strumenti utilizzati per la realizzazione delle radiografie.