Sulla parte alta del paese, all’incrocio tra la via Genova, nota come “Ripa du Pimpina” e la via Marconi, già via Stendardo, sorge il Forte Carlo Emanuele, in origine “ porta d’accesso alla cittadella o castello”. Risale al 1738, venne edificata nel giro di poco tempo, forse un mese, perché vi dovevano trovare urgente riparo uomini e armi per la difesa della comunità. La costruzione ancora solida e robusta, sorge su uno sperone roccioso, consta di due piani, 7 vani e un ampio cortile interno. Era il primo edificio in muratura, che i Tabarchini realizzarono circondandolo di abitazioni in legno, che furono però distrutte da un incendio nel 1739. Tale costruzione si salvò e col tempo fu adibita a vari usi. Sino al 1807 in prossimità di tale edificio, veniva issato lo Stendardo Sabaudo, in onore del re. In prossimità del fabbricato, si trova l’antica Cisterna del Re che serviva al pubblico approvvigionamento idrico. Essa si trova al di sotto di una casa privata e non è perciò visibile dall’esterno. Come Cisterna del Re è invece erroneamente nota la costruzione in muratura ad est del forte, a pianta quadrata, con arcate laterali, che reggono una cupola tonda. Questa risale ai primi del 1900 ed è un’altra cisterna che con la prima non ha nulla a che fare. Poiché risultava insufficiente alla comunità, venne successivamente costruito, nel 1790, un cisternone, un edificio più ampio, di forma rettangolare, aperto lateralmente da arcate arricchite da fregi e decorazioni, che davano all’architettura un aspetto importante. Vi convogliavano le acque del canale del Generale, unico corso d’acqua allora esistente. Nel 1965 tale edificio venne demolito, per essere sostituito da una moderna costruzione che cancellava, così, un originale monumento della storia locale.