Il Lazzaretto di Cagliari è un edificio monumentale che si sviluppa su due piani attorno ad un chiostro quadrangolare. Situato nel quartiere di Sant’Elia, sorge ai piedi di una collina e si affaccia sul mare.
Dai documenti conservati all’Archivio di Stato di Cagliari si apprende che il primo nucleo dell’edificio risale al ’600, come attesta lo stemma marmoreo collocato sopra l’ingresso, rappresentante la città di Cagliari fra i pali di Aragona.
Luogo preposto al ricovero dei quarantenati, la sua struttura originaria fu ampliata a causa del dilagare delle epidemie. Nel 1720, Vittorio Amedeo II lo trasformò in un vero ospedale per malattie contagiose. L’attuale struttura, anche se debitamente restaurata, risale agli ultimi ampliamenti del 1835.
Alla fine dell’800 l’affermarsi di una nuova coscienza sanitaria determinarono l’eliminazione della pratica della quarantena e la chiusura dei lazzaretti. Nel secondo dopoguerra, l’edificio venne occupato da sfollati provenienti dalle grotte di Bonaria e da numerose famiglie, che diedero vita al primo nucleo del quartiere di Sant’Elia. Negli anni ‘50 il Lazzaretto venne abbandonato. La struttura venne riaperta ufficialmente solo nell’ottobre del 2000, dopo il restauro dell’architetto Andrea de Eccher. Ad oggi il Lazzaretto è un centro culturale polifunzionale, che ospita diverse mostre temporanee, convegni e spettacoli.