Rifugi Antiaerei

Dopo il bombardamento del 17 Febbraio 1943, si iniziarono a costruire i rifugi in cui ripararsi durante i bombardamenti, sono sparsi nel paese, posti nei cortili o scavati nelle pareti di calcare delle montagne non distanti. Molti sono ancora visibili, permettevano di riunire anche più famiglie di un intero vicinato. 

Bombardamento 17 Febbraio 1943

A cura del Coro Sacro Cuore e Volontari singoli 
Ogni 17 Febbraio si commemora l’anniversario del bombardamento del 1943 da parte delle forze americane, che ha visto 118 morti e 235 feriti, soprattutto donne, vecchi e bambini. Lo sbarco anglo-americano in Africa Settentrionale cambia le strategie di guerra aerea in Sardegna. Si iniziano a colpire obiettivi civili con passaggi e attacchi a bassa quota e mitragliamenti, anche su paesi dell’interno, prima ritenuti sicuri e oggetto di “sfollamento” dai centri costieri. I bombardieri B25 del 310°Bomb Group, lanciano sul paese di Gonnosfanadiga 636 spezzoni. Le strade principali e altre zone del paese si riempiono di cadaveri mutilati e di feriti che urlano e invocano aiuto. In relazione al numero degli abitanti, quello di Gonnosfanadiga fu uno dei bilanci di vittime civili nella medesima giornata, tra i più gravi dell’intera guerra aerea sull’Italia. Il paese ha sempre dato ampio rilievo alla commemorazione del 17 Febbraio, sia per onorare i morti sia perché non si perda la memoria della vicenda storica, ma possa essere oggetto di tutela e valorizzazione quale “Patrimonio Culturale Immateriale” della nostra Comunità. Il muro di un’abitazione e un cancello di via Marconi che ne recano ancora le tracce, i Convegni che lo raccontano, il monumento della madre che piange il proprio figlio, vogliono essere il “non dimenticare” quei tragici fatti.

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