Intervista di Agenzia CULT al nuovo ministro della Cultura del governo Meloni: prima tappa pubblica al Mann di Napoli e a Pompei. Il suo riferimento culturale? Giuseppe Prezzolini, intellettuale “anarchico conservatore”
La sua Napoli nel cuore e un solo punto di riferimento culturale indiscusso: Giuseppe Prezzolini. Il nuovo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, fissa i punti fermi da cui prenderà inizio il suo viaggio di ministro della Cultura scelto dalla premier incaricata, Giorgia Meloni, che nel tardo pomeriggio di venerdì ha consegnato la lista dei ministri al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. In una intervista ad Agenzia CULT, Sangiuliano ringrazia proprio Meloni e Mattarella “per la fiducia accordata. Per me – dice – è un grande onore servire la Repubblica in questo ruolo. Profonderò il massimo impegno e concentrazione nel fare bene e nell’accrescere la cultura italiana che già di per sé rappresenta un immenso patrimonio”.
La sua prima uscita, assicura il neo inquilino del Collegio Romano, sarà proprio accanto al luogo dove è nato, “al Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann) e poi agli scavi di Pompei”. Quando? Ancora è presto per fissare una data, sicuramente dopo aver concluso l’iter di insediamento e dopo che il governo avrà ottenuto la fiducia delle Camere.
Sangiuliano, attuale direttore del Tg2, ha alle spalle una carriera giornalistica nella carta stampata (il quotidiano “Roma” di Napoli, vicedirettore di Libero) e poi nella tv di Stato dove è approdato nel 2003 alla testata regionale per diventare nel 2009 vice direttore del Tg1. Dal 2018 dirige il telegiornale della seconda rete. Nel suo percorso ha pubblicato diversi libri tra cui “Putin. Vita di uno zar”, Milano Mondadori (2015) e precedentemente, tra gli altri, “Giuseppe Prezzolini: l’anarchico conservatore” (2008).
Ed è proprio Giuseppe Prezzolini ad essere il suo riferimento culturale, “universalmente noto”, ribadisce orgoglioso. Quel giornalista, scrittore, intellettuale “inventore” di Mussolini che attraversa il Novecento incontrando le avanguardie dei primi anni del secolo scorso, vive l’esperienza della “Voce“, la più importante rivista culturale del secolo, affronta la Grande Guerra, la nascita del fascismo, la Seconda guerra mondiale e il dopoguerra. “Era di destra ma non nostalgico, lodò la democrazia”, si legge nella sinossi del volume del nuovo ministro che proprio a Prezzolini si ispira.
