Lo stabilimento chimico nasce originariamente come impianto di macinazione della barite proveniente dalla miniera di Mont’Ega a Narcao.
La società operava per ricerche di piombo argentifero e barite e da Mont’Ega ricavava sali di bario per impieghi industriali. La nuova Compagnia quindi era interessata allo sfruttamento della barite, per il quale venne installato presso l’abitato di San Giovanni Suergiu, adiacente all’area che avrebbe ospitato la stazione ferroviaria dal 1926, un mulino di macinazione. In quella sede furono costruiti gli edifici amministrativi, le case operaie e un’infermeria. Tutta l’area fu soggetta a bonifica con il concorso dello stato. Tutto il complesso, oggi di proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis, è ben visibile dalla statale 195 all’ingresso del centro abitato.
L’impianto dello stabilimento fu costruito dalla casa tedesca Humbolt e la produzione annua era di 2.000 tonnellate, metà delle quali veniva venduta sul territorio nazionale, il resto in Inghilterra, Indie Inglesi e Olandesi e nel Nord America. Nel 1935 erano impegnati 30 operai e nel 1937 la Compagnia Chimico Mineraria si fuse con la Società Magnesio Italiano del Sulcis, assumendo la denominazione S.A.M.I.S.; in quello stesso 1937 la Società, non avendo avuto l’autorizzazione ministeriale per la produzione del litopone, diresse l’attività industriale verso la produzione del magnesio metallico e la distillazione del carbone Sulcis. Un repentino calo della produzione di magnesio metallico nel 1938 portò alla cessazione dell’attività dello stabilimento nel 1939. Tutti gli apparati meccanici vennero destinati ad altri impianti minerari ad eccezione del settore distillazione, acquisito dall’ACal, che intanto aveva avviato la costruzione del suo impianto di distillazione presso S. Antioco Ponti. La nuova fabbrica avrebbe prodotto principalmente benzina dalla distillazione del Carbone Sulcis e altri prodotti derivati quali olii lubrificanti e nafta. L’impianto di San Giovanni Suergiu venne acquistato dalla Carbosarda nel 1942 e continuò la produzione di barite sino al 1948. L’ultimo concessionario, la Società Mineraria Possis destinò l’impianto alla produzione di bentonite, per il cui trattamento furono realizzate le vasche di decantazione, oggi ancora visibili. Il complesso industriale passò di pertinenza al Consorzio di Bonifica, mentre le palazzine furono acquisite dal Comune di San Giovanni Suergiu.