C’era una volta un campo di calcio dove giocava la squadra della città, e poi c’era un mercato che doveva essere bellissimo, a guardare i disegni preparatori del 1949, ma poi diventò un po’ meno bello, però funzionale, con i suoi mattoni rossi a vista e i suoi travertini che mostravano degli strani accenti classici che non avevano molto a che fare con la sua funzione. Via Pola aveva anche un gemello nato nel quartiere di San Benedetto, più fortunato, più popolare, meglio collegato al cuore della città, all’idea del mare e della campagna che riverbera da ogni parte a San Benedetto dove c’è il mercato del pesce forse più poetico del mediterraneo. Via Pola invece non ebbe mai lo stesso successo, la sua storia fu il lento racconto di un declino. Fino ad oggi quando il vecchio mercato è rientrato nella storia della città subendo una trasformazione che l’ha reso l’attuale mediateca. Un luogo fascinoso, che in pochissimo tempo ha trovato il suo pubblico e una sua funzione sociale nuova e inedita per Cagliari. E il segreto del fascino di questo luogo è forse tutto legato alla sua storia, al fatto che il restiling, la riscrittura architettonica, perfetta, non ha cancellato l’antica funzione di contenitore. Un tempo conteneva passione sportiva, poi carni, verdure e formaggi, oggi contiene, con i suoi archivi e i suoi libri, qualcosa che è molto importante nella nostra città: la memoria. Una memoria che ci rimanda al 1925 quando, alla fine della Via Mameli, il Comune di Cagliari decise di creare un campo di calcio, uno sterrato con delle tribune, conosciuto come il Campo di Via Pola, la cui storia è legata alle vicende sportive e calcistiche del Cagliari, come dimostra la targa commemorativa che si affaccia sulla omonima via. Una storia eroica, scritta da giovani sportivi, spesso cagliaritani, che per amore dello sport affrontarono viaggi epici nel continente e gettarono le basi per quello che venne dopo: il Cagliari dello Scudetto. Nel 1951 quando il campo venne sostituito dall’edificio del Mercato Civico di via Pola, progettato dall’Ingegner Crespi, la storia cambiò, ma quel luogo, rimase sempre legato al cuore di chi vide nel calcio il sogno di avvicinare il continente alla Sardegna a una città allora remota, isolata, lontana da tutto ma viva. Il miracolo di avvicinare Cagliari a l’Europa oggi passa attraverso la sua nuova funzione una Mediateca pensata come se Cagliari fosse una grande capitale europea, pensare in grande, lo ha fatto lo sport nella nostra città oggi può farlo anche l’architettura.