Chiesa della Purissima

La Chiesa della Purissima venne probabilmente costruita dopo il 1540, quando la nobildonna Gerolama Rams Dessena, che si era dedicata alla vita monastica, fece edificare l’adiacente monastero di clausura delle Clarisse. Nel 1554, poi, fu previsto l’ampliamento del monastero e l’edificazione della chiesa. Ottimo esempio dello stile gotico-catalano, rimase in uso fino al 1867 quando il monastero venne soppresso e acquisito dallo Stato che in seguito lo adibì a scuola. Chiuso il monastero, disperse le monache, anche la chiesa venne abbandonata e chiusa al culto. Solo nel 1904, in occasione del cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione la chiesa venne scelta per le celebrazioni solenni e restaurata. Nel 1933, caduta nuovamente nell’oblio, la chiesa venne assegnata alla congregazione delle Ancelle della Sacra Famiglia che tutt’ora la custodisce. L’edificio si presenta nell’originario stile gotico-catalano, che ne caratterizza principalmente l’interno. La chiesa è priva di facciata frontale e l’ingresso si apre sul lato che si affaccia in via Lamarmora. L’interno è costituito da navata unica suddivisa in due campate, voltate a semplice crociera gotica. Su ciascuna campata si aprono le cappelle laterali, una per lato nella prima campata, due per lato nella seconda.

La chiesa è dal 1867 di proprietà dello Stato Italiano, attraverso il FEC, Fondo Edifici di Culto del Ministero degli Interni. Grazie ad uno stanziamento del 2009 da parte della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato ai Beni Culturali e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza BAPSAE di Cagliari e Oristano, il Comune di Cagliari ha curato il restauro.

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