Il Castello di San Michele è situato sull’omonimo colle, oggi circondato da una notevole quantità di costruzioni, ma un tempo isolato nel territorio nord-occidentale esterno a Cagliari.
I recenti scavi hanno riportato alla luce i resti di una chiesa alto-medioevale, sulla quale sorse il castello, munito di torri e fossato, dopo la conquista degli Aragonesi, a partire dalla prima metà del XIV secolo. Il complesso fortificato ebbe poi notevoli rimaneggiamenti anche per le necessità difensive e per l’adeguamento delle mura all’evoluzione delle tecniche di guerra. Nella storia dell’edificio il periodo più importante e ricco di documentazione è forse il Quattrocento, quando fu utilizzato anche come abitazione dalla famiglia Carroz, alla quale è legata indissolubilmente la sua vicenda. Abbandonato e progressivamente decaduto, il castello fu usato come lazzaretto durante la peste “di Sant’Efisio” (1652-1656), e nuovamente fortificato in occasione degli attacchi francesi del Seicento e del Settecento. Usato come caserma nel primo Ottocento, fu cancellato dall’elenco delle fortificazioni nel 1867 per essere venduto al Marchese Roberti di San Tommaso, che lo fece restaurare e fece rimboschire parte del colle con pini d’Aleppo. Nel XX secolo, più precisamente dal 1929 al 1972, fu occupato dalla Marina Militare, venendo usato anche durante la seconda guerra mondiale come stazione radio. Negli anni Settanta fu sdemanializzato fino a passare allo Stato e al Comune che a partire dal 1985 promossero un intervento F.I.O. (Fondo di Investimento per l’Occupazione). Oggi il Castello conserva le tre torri e la cortina muraria, circondata dal fossato, ma ha subito una profonda trasformazione con strutture di acciaio e policarbonato, che hanno interamente occupato la parte interna dell’edificio.