Il piano di calpestio in lastre di granito ora visibile fa parte della pavimentazione del foro romano di Olbia, ovvero il luogo pubblico per eccellenza di ogni città romana: una piazza spesso contornata da templi e altri edifici pubblici, luogo di incontro e di scambio anche commerciale. Quello di Olbia, edificato durante il regno della dinastia Flavia degli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano, si apriva sul porto antico e si estendeva dall’attuale Municipio a Villa Tamponi. Lungo il lato occidentale erano presenti due templi, uno dei quali dedicato a Venere e forse esistente già nelle fasi fenicia, greca e punica della città, poi sopravvissuti come chiese di S. Maria del Mare e di S. Antonio Abate, ubicate all’inizio dell’attuale Corso Umberto.