La Chiesetta del Purgatorio e la collezione di bolle vescovili

La piccola chiesetta, sorge sulla viva roccia ed è conosciuta dagli anziani del posto con il nome de l’Ossaia. Anticamente era infatti adibita alle messe, alle veglie funebri ed alle funzioni provate dei cittadini.

Negli anni settanta del Novecento è stata restaurata con il sacrificio del pavimento in Lavagna (“predda baina” nella tradizione locale) e l’aggiunta di qualche arredo in marmo rosa in sostituzione di quelli in legno andati distrutti nel tempo.
Alle sue parti sono ora appese i drappi religiosi (dette “bandiere”) dei santi venerati nella tradizione castellanese e sostituiti con nuove realizzazioni dai comitati che ogni anno si rinnovano. Il vecchio dappo, lungi dall’essere distrutto, viene così appeso nelle parti della chiesetta del Purgatorio a disposizione della devozione popolare.
In occasione di Monumenti Aperti, all’interno della chiesetta del Purgatorio verranno esposte le bolle vescovili, normalmente custodite nell’archivio storico della Cattedrale.
La città divenne infatti sede della Diocesi di Ampurias durante la dominazione spagnola. La sede precedente, Ampurias (che sorgeva nell’area gli attuali comuni di Valledoria, Santa Maria Coghinas e Viddalba, nel corso del rio Coghinas) era ormai distrutta, sorgeva in una zona malsana ed il Vescovo Francesco I Manno, trasferì la sede a Castel Aragonese, già nel 1503. La bolla che ne attesta il trasferimento è datata 5 Giugno del 1503 e sottoscritta dal papa Giulio II. Nel 1506 la diocesi venne unita a quella di Olbia (Civita) disponendo che la diocesi il cui vescovo sarebbe vissuto più a lungo avrebbe inglobato l’altra. Morì prima il vescovo di Civita, Pietro Stornello e perciò Francesco I Manno divenne vescovo di una enorme diocesi che da Castel Aragonese arriva, ancora oggi ad Olbia inglobando 52 parrocchie. La sede di Civita sarà poi trasferita a Tempio nel 1765 ma già nel 1621 la chiesa di San Pietro (a Tempio) era stata elevata al rango di “insigne collegiata”. Nel 1839 venne creata la Diocesi di Tempio con la definitiva soppressione di Civita. L’intestazione venne cambiata in” Ampurias e Tempio” per diventare “Tempio-Ampurias”, nel 1986, allorquando i vescovi decisero di risiedere definitivamente nella città gallurese.
Nell’archivio della Cattedrale di Sant’Antonio Abate sono comunque conservate una preziosa collezione di bolle vescovili che verranno eccezionalmente esposte nella chiesetta del Purgatorio in occasione della manifestazione Monumenti Aperti.

È facilmente raggiungibile lasciando l’auto nel parcheggio degli spalti di Manganelle e percorrendo l’omonima via, oppure parcheggiando nel cortile sottostante la cattedrale e ascendendo le suggestive e ripide scale che ne fiancheggiano la facciata dalla parte del mare.

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