Un tempo parte integrante del Castello di Corte, inglobato nel Seicento nel Palazzo Borgia, le carceri furono completate nel 1769. Gli ambienti custodiscono ancora oggi la memoria di un passato crudo e intenso: la cella di rigore, quella femminile e le celle maschili raccontano le storie di chi vi fu rinchiuso.
Sulle pareti si notano piccole aperture utilizzate per passare il cibo ai detenuti. Colpisce la conservazione degli elementi originali: gli infissi rinforzati in metallo con bande chiodate, i pavimenti in lastroni di pietra, i tavolacci in legno su cui si dormiva e le finestre protette da una triplice inferriata. Un angusto cortile conduce infine alla temuta cella d’isolamento.
Fino al XVII secolo, lo stesso cortile fu teatro di esecuzioni capitali.
Il registro dei defunti della parrocchia di Santa Maria (oggi Cattedrale) documenta, solo per l’anno 1638, ben 16 condanne a morte eseguite per mano del boia.