Chiesa di S. Antonio Abate

La chiesa sorge fuori dalle antiche mura cittadine, in prossimità dell’omonima porta demolita nel 1866 che diede il nome alla confraternita dei frati. Come reca l’iscrizione nell’architrave del portale, fu costruita tra il 1700 e il 1707 per iniziativa di Giorgio Sotgia Serra, vescovo di Bosa e generale dell’Ordine dei Serviti, che fece demolire la chiesa dalla forme gotico-catalane, attestata già nel XV secolo, dove si erano insediati i Cappuccini, poi sostituiti dai Serviti quando ancora esisteva la prima chiesa, da qui l’altra intitolazione ai Servi di Maria. L’impianto è a navata unica voltata a botte come la copertura delle 6 cappelle, 3 per lato; è divisa in 3 campate rettangolari, mentre è quadrata quella all’incrocio col transetto che, a sua volta, ingloba le 2 cappelle tardo-gotiche con volta a crociera; sul presbiterio quadrangolare, voltato botte, si aprono 2 ambienti adibiti a coro; pregevole è l’altare di legno coevo alla chiesa che occupa la parete di fondo dell’aula. Il prospetto, improntato a un rigido classicismo, ingloba elementi barocchi nel portale ed è caratterizzato da conci a vista, ripartito in due ordini. La parte inferiore è scandita da lesene con al centro il portale riccamente decorato, affiancato da colonne tòrtili e sormontato dal timpano che ospita lo stemma del vescovo Serra. Il secondo ordine è segnato da una trabeazione, ripartito in lesene, con al centro una finestra ad edicola sormonta da un timpano triangolare; due ali inflesse lo chiudono ai lati, mentre un ampio frontone curvilineo ne delimita la sommità.

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