All’interno della cappella si possono ammirare sei olii su tela e una serie di tavole realizzate nella metà degli anni Quaranta da Aurelio Galleppini, in arte Galep, che qualche anno dopo sarebbe diventato famoso come uno dei creatori di Tex Willer, il più popolare personaggio del fumetto italiano.
Nel dopoguerra, Galleppini viveva a Cagliari e si guadagnava da vivere realizzando souvenir per i soldati americani (dipingendo scorci cittadini sulle mattonelle ricavate dalle case bombardate), manifesti cinematografici, locandine pubblicitarie e cartoline. In poco tempo si era guadagnato una solida fama di pittore, tanto che ottenne anche l’incarico di insegnante di disegno al Liceo Artistico e presso la scuola media dei padri Salesiani.
Quando le suore dell’Istituto di San Vincenzo de’ Paoli gli chiesero di affrescare la loro cappella e di realizzare una serie di quadri sui temi della Via Crucis, Galleppini accettò con entusiasmo.
Le tele della cappella rappresentano alcuni momenti significativi nella storia dell’ordine vincenziano. La prima raffigura l’apparizione della Madonna a Santa Caterina di Labouré; la seconda mostra Vincenzo de Paoli e Luisa de Marillà che accolgono i bimbi poveri nella congregazione di Parigi; nella terza, una suora vincenziana distribuisce le medaglie al popolo francese; infine, nella quarta è raffigura l’apparizione del Sacro Cuore a una figlia della Carità. L’esistenza di queste opere ha costituito per anni un piccolo segreto, che Galleppini non amava rivelare se non ai familiari e agli amici più fidati. La firma sulle opere, infatti, venne apposta solo nel 1984, quando l’artista tornò a Cagliari in occasione di una mostra a lui dedicata.
Al di là della curiosità che può suscitare questo suo “lato sacro” nell’attività di uno dei maggiori creatori italiani di fumetti, le opere nella cappella delle suore vincenziane sono importanti anche perché si legano a un periodo preciso della storia cagliaritana: i difficili anni del dopoguerra, quando nella città, duramente segnata dai bombardamenti, la vita artistica e culturale si rimetteva faticosamente in moto.