L’itinerario proposto, attraverso la torre della Quarta Regia, la Chiesa di Sant’Efisio in Giorgino, la Chiesa di San Simone a Sa Illetta, il Museo della Laguna presso lo stabulario e la Chiesa di San Pietro dei Pescatori in Viale Trieste, ripercorre, almeno in parte, ciò che il compendio ha rappresentato e ancor oggi rappresenta per le nostre società.
La laguna ha una storia antichissima: dal neolitico, quando le nostre genti, pur scheggiando la pietra, solcavano la laguna utilizzando delle piroghe di giunco ed edificavano il sito di Cuccuru Ibba per giungere sino all’epoca fenicia con la fondazione di uno scalo merci in prossimità di Campo Scipione; dai secoli della Caralis romana che si affacciava sulla laguna proprio dal Viale Trieste e dalla Via Sant’Avendrace per arrivare alla tragica fine di Santa Igia, la capitale giudicale rasa al suolo dai pisani nel 1258-1259, e di cui vi sono ancora delle significative vestigia affioranti in prossimità della rete ferroviaria e la Città Mercato di Santa Gilla; ancora, su Stani ci racconta delle invasioni moresche, delle conquiste, delle battaglie, della peste e della siccità, di galeoni inabissatisi e dei francesi che tentarono lo sbarco in città, per giungere al 1956, quando, in piena era repubblicana, veniva abrogata una legge medioevale; la Quarta Regia, ovverosia l’obbligo di tutti coloro che pescavano nella laguna di conferire la quarta parte del pescato all’appaltatore.
Per secoli i pescatori del Gremio di San Pietro, con il loro Statuto, hanno vigilato sulla laguna. La laguna ci tramanda ancora tante cose legate alla cultura della città. Ancora oggi nella lingua, nella religiosità, nella cultura artistica, musicale, artigianale e gastronomica sono vive e presenti tante particolarità che trovano la loro origine all’interno del compendio lagunare di Santa Gilla. Soffocata dal cemento dei cavalcavia e dall’asfalto degli svincoli stradali, la laguna non ha smesso di farci sentire il suo più profondo e intenso respiro.