Ollolai

Secondo la leggenda, Ollolai sarebbe stata residenza di Ospitone, dux dei barbaricini, così riconosciuto in una lettera ufficiale (594 d.C.) da Papa Gregorio Magno, che gli chiedeva aiuto per incoraggiare il suo popolo alla conversione. In età giudicale, il centro fu sede di curatoria. Oggi, popolato da 1.500 abitanti, dà nome al territorio storico di cui è centro principale, la Barbagia di Ollolai. L’asfodelo, che colora le campagne vicine, è materia prima per l’arte d’intreccio. È possibile ammirare i cestini realizzati dalle abili mani delle donne ollolaesi nella mostra de s’iscrarionzu. Durante Autunno in Barbagia è possibile assistere agli incontri di un’antica lotta, s’istrumpa, forse di origine nuragica. Ollolai si distingue per le case in granito con portali in pietra scura, disposte intorno alla parrocchiale di San Michele Arcangelo, un tempo gotico-aragonese, poi più volte rimaneggiata. Il patrono è celebrato due volte all’anno: a inizio maggio e a fine settembre. A metà gennaio, durante i fuochi di Sant’Antonio Abate, sono offerti vino e il dolce tipico, su pistiddu. La festa di san Bartolomeo, a fine agosto, è la più sentita. A luglio il palio degli asinelli vede sfidarsi i cinque rioni storici del paese.

L’abitato, immerso nel verde di macchia mediterranea, querce, tassi e lecci secolari e irrorato da una miriade di sorgenti, si inerpica a quasi mille metri d’altitudine sulle pendici del monte Santu Basili. In cima sorge la chiesa di San Basilio Magno, costruita in età bizantina e rifatta nel XX secolo. I conci di trachite dell’impianto originale furono riusati per le cumbessias, alloggi per pellegrini che circondano l’edificio. Il santo è festeggiato il primo settembre, capodanno del calendario bizantino. Nel parco archeologico di Santu Basili risiedono le radici di Ollolai. Le prime tracce umane sono del Neolitico medio (4000 a.C.), in tombe scavate nei tafoni e ripari sotto roccia, come sa Conca frabica, usata fino all’età del Ferro. Vicino alla chiesa sorgono i resti di un villaggio nuragico. Il territorio è punteggiato da altri nuraghi e dall’insediamento di su Triqinzu,. Attorno spiccano altre vette granitiche che superano i 1100 metri, tra cui su Nodu de s’Aschisorgiu (rocce del tesoro) e la ‘finestra della Sardegna’: da qui, col cielo terso, lo sguardo arriva sino al mare, a est e a ovest dell’Isola.

Fonte: Ollolai | SardegnaTurismo – Sito ufficiale del turismo della Regione Sardegna

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