Tiana

Avamposto dell’antica Barbaria, Tiana è stata terra di confine e di scambio tra culture differenti che qui hanno condiviso conoscenze e tradizioni tramandate nei secoli.

Delle civiltà che passarono sui suoi territori resta traccia nei monumenti archeologici disseminati in tutto il circondario: al Neolitico risale l’importante necropoli di Mancos, costituita da ben 7 domus de Janas, mentre all’età del Bronzo risalgono i resti di antichi villaggi nuragici in località Sa Pira Era, Sa Tanca de su Pranu e S’ischisorgiu.

Dalle fonti antiche sappiamo che durante la conquista romana la Sardegna era divisa in due grandi zone: la Romània che corrispondeva ai territori romanizzati e la Barbària dove vivevano le comunità che, pur avendo contatti con i coloni, conservavano le loro usanze. Tra i Barbaricini infatti ancora nel VII secolo d.C. continuavano ad essere praticati i riti della religione pagana, mentre nel resto dell’Isola si era diffuso il cristianesimo. A nord-ovest degli attuali confini comunali, i Romani avevano costruito l’importante strada che passava per i due vicini centri di Forum Augusti (oggi Austis) e di Sorabile (mansio in agro di Fonni). Testimonianze della presenza romana si ritrovano anche nelle località di Santu Leo e di Tudulu; in quest’ultima si possono vedere i resti di una fornace dell’epoca per la cottura di tegole e mattoni.

Il nome del centro abitato compare per la prima volta nei registri delle chiese dell’XI e XII secolo, come cognome che indica la provenienza di un tal Petru de Tian. Nel Medioevo la villa di Tiana faceva parte del Giudicato d’Arborea. Alla fine del XIII secolo il papa Bonifacio VIII infeudò il Regno di Sardegna e Corsica alla Corona d’Aragona, provocando nel Trecento lo scoppio della grande guerra tra il giudice Mariano IV d’Arborea e il re d’Aragona Pietro il Cerimonioso. Anche i tianesi dovettero partecipare alle battaglie di quegli anni.

La guerra per l’indipendenza dell’Isola continuò con i successori della Casata d’Arborea: l’ultimo che riaccese il conflitto fu il marchese d’Oristano Leonardo Alagon, sconfitto definitivamente dalla potenza catalano-aragonese nella battaglia di Macomer del 1478. Dal 1504 il villaggio venne infeudato a Matteo Arbosich e nel corso dei secoli appartenne alle famiglie dei De Sena e Cervellon. Dopo il passaggio dell’Isola ai Savoia, che mantennero il regime feudale, nel 1718 Tiana fu affidata ai Manca Guiso e infine agli Amat, da cui si riscatterà nel 1838 con il pagamento dell’indennizzo di 625.000 lire come previsto dalla legge per l’abolizione del feudo.

Il paese divenne famoso per la lavorazione dell’orbace, tipico tessuto in lana con cui sono ancora oggi confezionati diversi elementi dell’abbigliamento tradizionale.

Fonte: Autunno in Barbagia – Tiana

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