Ai piedi del Monte Gonare, nel cuore della Barbagia di Ollolai, il territorio che ospita Sarule è caratterizzato da una forte escursione altimetrica, che va dai 215 metri della valle di Ghirthoe ai 1.086 metri del Monte Gonare.
Le numerose tracce archeologiche testimoniano un passato antichissimo: gli insediamenti di Incavadu, Neunele e Valeri attestano la frequentazione del luogo già nella preistoria, così come la tomba di giganti di S’Altare de Logula e le numerose torri di età nuragica, rappresentate in particolare dai nuraghi Iloe, Badu ’e Orane e Illudei.
In età medievale il paese apparteneva al giudicato di Logudoru ed era capoluogo di curatoria; in
seguito, sotto la dominazione aragonese, fu inglobato nel marchesato di Orani.
Il patrimonio artistico e architettonico di Sarule è rappresentato soprattutto dalle chiese: nel centro abitato sono presenti la chiesa della Madonna del Rosario, dei primi anni del XIII secolo; la chiesetta di Santa Croce, del 1600; la parrocchiale di San Michele Arcangelo, settecentesca ma aperta al culto solo nel 1814; e quella dedicata a Sant’Antonio da Padova, che custodisce una bella pala del pittore sarulese De Gonare.
Ma è certamente il santuario di Nostra Signora di Gonare ad attirare migliaia di fedeli e visitatori a
Sarule: ogni anno si svolge infatti un pellegrinaggio a piedi tra i più importanti e partecipati della Sardegna, che culmina con la grande festa, sa festa manna, dell’8 settembre, ricca di eventi e manifestazioni.
In posizione dominante su uno sperone calcareo, da cui si gode la vista del Monte Ortobene su Nuoro, del Corrasi sopra Oliena e del Gennargentu sullo sfondo, il santuario fu costruito dal giudice Gonario II di Torres nel 1147 per sciogliere un voto fatto durante un naufragio, ma ciò che vediamo oggi è il risultato di un importante intervento di ricostruzione eseguito nel 1600.
La fama di Sarule è fortemente legata all’artigianato tessile con la produzione dei famosi tappeti, sas burras, lavorati a mano in telai verticali con filati di lana grezza di pecora sarda, riconoscibili
per i colori sgargianti, i motivi a strisce e le figure stilizzate.
Il Museo di Arte Tessile “Eugenio Tavolara” racconta la storia del tappeto sarulese ed espone notevoli esemplari a partire dal 1700, oltre a una bella varietà di bisacce e costumi tradizionali.
L’economia del paese si divide tra industria e terziario, pur rimanendo prevalente il settore agro-pastorale.
Tra i prodotti tipici rivestono notevole importanza i formaggi, l’olio d’oliva e il vino, quest’ultimo in
piccole quantità ma con metodi che garantiscono un’ottima qualità.
Dai formaggi, rinomati per la genuinità, si ricavano gustosi dolci tipici, come sas casadinas e sas savadas.
Fonte: | Unione dei Comuni Barbagia