Il Corso Vittorio Emanuele II è la più importante via della città di Bosa. Un tempo veniva chiamato Sa Piatta, nome che deriva dalla parola platha, che in tutta la Sardegna indicava la via principale. La sua pavimentazione è composta da ciottoli e lastroni in basalto allineati. Lungo i due lati si innalzano i suoi edifici prestigiosi, un tempo residenza della nobile borghesia cittadina con forme e stili diversi, alcuni dei quali del periodo cinque-seicentesco, altri del settecento, come il Palazzo Don Carlo che si trova di fronte alla piazza Costituzione. All’ottocento risale il restauro di gran parte delle abitazioni del Corso da parte della nascente classe nobile-borghese che ingrandiva i propri spazi abitativi acquistando gli stabili confinanti trasformandoli in un unico palazzo. Prova di questi restauri sono il palazzo Uras-Chelo, oggi Casa Deriu, il palazzo Sargenti-Randaccio, il palazzo Demuro-Spada, il palazzo Delitala e altri. Generalmente costruiti su tre livelli oltre al piano terra, la pianta presenta solitamente due stanze grandi che si affacciano sul corso Vittorio Emanuele, due centrali piccole, senza presa di luce, e altre due che si affacciano sulla via parallela. Le facciate, di impostazione neoclassica, presentano colori tenui, decorazioni in trachite e fregi che rappresentano stemmi di nobili casate, ampi portali in legno e uno o due balconi su strada in ferro battuto. Gli interni presentano decorazioni e affreschi del pittore parmense E. Scherer. Verso Est sorge la Cattedrale dell’Immacolata e proseguendo verso piazza Costituzione, a metà circa del Corso, incontriamo la chiesa del Rosario dalla facciata in stile barocco, dove nel 1875 fu collocato il grande orologio della città.