Buggerru è un comune di 1.110 abitanti dell’ Iglesiente. Il Comune si trova sulla costa occidentale della Sardegna. La sua nascita, nel 1864, è legata alle vicende minerarie della Sardegna sud-occidentale. Il paese, caratterizzato da casette disposte a ventaglio, si trova sullo scenografico sbocco a mare di un impervia valle, il Canale Malfidano, che ha dato il nome alla più importante miniera della zona. Si è costituito in comune autonomo nel 1960 con la frazione omonima staccata dal comune di Fluminimaggiore. Le testimonianze più antiche delle presenza umana in questa zona risalgono al neolitico antico nella Grotta di S’Acqua Gelada (5000-6000 a.C.) mentre poco più recenti sono quelle della Grotta di Padre Nocco. Le grotte furono utilizzate inizialmente come abitazioni e successivamente come luoghi di sepoltura. La civiltà nuragica ha lasciato numerose tracce nel circondario di Buggerru, incrociandosi con quella dei Fenici prima (intorno a 1200 a.C.) e dei Cartaginesi successivamente. La ricchezza mineraria, i boschi immensi che ricoprivano il territorio, la cacciagione abbondante e la fertilità della valle del Rio Mannu e di San Nicolò furono per loro una grande attrazione, ma lo fu maggiormente per i Romani. E’ certo che i Romani avviarono una vera e propria attività mineraria, non solo a livello estrattivo ma anche di fusione, soprattutto del piombo. Con la caduta dell’ Impero Romano l’attività mineraria decrebbe e cessò definitivamente con l’invasione dei Vandali nel 456 d.C., per riprendere con l’affermarsi del dominio pisano dopo 1050 quando si organizzarono i quattro giudicati. Il nome di Buggerru risale all’anno 1206 quando fu istituito il confine tra il Giudicato di Cagliari e il Giudicato di Arborea che passava proprio vicino all’attuale abitato in località “Buguerru”.