La casa Basciu-Deiana, costruita nel XIX secolo, è tra le più grandi case campidanesi di Quartu. Dal finire degli anni ’80 è stata assegnata a sede scout dalla Parrocchia di Sant’Elena, in seguito a lascito testamentario della Sig.ra Innocenza Deiana che la volle destinata ai giovani e alle loro attività. La casa, costruita interamente in ladiri (mattoni sardi), se da un lato necessita di diverse ristrutturazioni, dall’altro presenta chiari segni di rimaneggiamenti avvenuti negli ultimi vent’anni, che pur non hanno mutato l’aspetto originario. Guardandola dalla strada troviamo due ingressi: il primo è quello tutt’oggi utilizzato, ed era al tempo l’ingresso per i carri; più avanti si nota invece il segno di un altro ingresso sul muro, sempre a forma di arco; quello era l’ingresso alla casa, riservato alle persone, e che dentro si apriva con un salotto.
Il primo ingresso presenta una lastra di marmo sagomata per l’entrata dei carri; entrando ci troviamo in su Procciu con il ciottolato originale e due canali per il passaggio dei carri e lo scorrimento dell’acqua, infatti, risultano essere leggermente in discesa per tale scopo. Al termine dell’entrata si nota sulla sinistra un paracarro, messo in corrispondenza dello spigolo per proteggere i carri nella curva per entrare nel cortile.
Disposta su due livelli, la casa presenta al piano terra un ampio cortile su cui si affaccia il corridoio, sa lolla, che fornisce luce alle stanze, per lo più cieche com’è consuetudine nelle case campidanesi. Le stanze del corridoio sono due camere da letto (la seconda e l’ultima in fondo a sinistra) e due salotti. I pavimenti, tutti originali, sono in mattonelle di cotto mentre i muri sono in ladiri, (in alcuni punti è ben visibile il fango utilizzato per la realizzazione). Attorno agli archi delle finestre nelle stanze sono visibili delle decorazioni in gesso e nella prima stanza del corridoio vi è ancora l’affresco che abbelliva il soffitto. Si può osservare come la seconda e la terza stanza siano tra loro collegate da un passaggio (ora coperto da un pannello), questa è una caratteristica delle case campidanesi, che si ritrova anche al piano superiore, che permetteva agli abitanti della casa, in caso di pericolo o all’arrivo di ladri, di muoversi da una stanza all’altra senza uscire nella lolla e poter così scappare o prendere di sorpresa i malintenzionati.
Opposti al secondo ingresso, troviamo delle altre stanze: affacciata sul corridoio, in fondo a destra, si trova un’ampia camera collegata con una più piccola. La prima corrisponde alla sala da pranzo della casa, mentre quella più piccola dovrebbe essere la cucina. Più in fondo troviamo un altro locale, che internamente ha ancora il caminetto, anche questa dovrebbe essere una cucina, adoperata per lo più per la lavorazione del pane. All’esterno, infatti, si può notare il tipico forno sardo, rientrato appunto in questa stanza. All’interno troviamo una credenza della casa, dove venivano sistemati tutti gli utensili della cucina. Accanto a questo locale ve ne uno costruito ex novo, che ospitava l’ottocentesco carro utilizzato per la processione di Sant’Elena. Vicino alle due cucine, nel cortile, si trova poi il pozzo di acqua dolce, utilizzato dai proprietari, ma ormai in disuso.
Sul lato destro del cortile, di fronte all’entrata per i carri, dove ora si trova il pino, c’era il bagno della casa, e se ne scorgono ancora le mattonelle del pavimento. Subito dopo troviamo le stalle, di cui rimangono ancora le mangiatoie, e più in fondo il grande magazzino, il cui pavimento era in terra battuta e che presenta delle grandi aperture circolari in alto per l’areazione. Era utilizzato per la raccolta dei cibi e delle botti del vino, e sulle botti c’è un aneddoto che racconta che il vicino di casa della signora Deiana avesse praticato un foro sulla parete lunga del magazzino e portato via poi tutte le botti. A fianco al grande magazzino ce ne è un altro, probabilmente utilizzato per la farina.
Attraverso strette e ripide scale si accede al piano superiore, che si pensa fosse destinato ad ospitare stanze da letto, forse per gli ospiti, o come ulteriore magazzino. Questo piano presenta un pavimento in legno, come in origine, mentre una stanza è pavimentata con mattonella di pietra. Le finestre presenti nelle stanze presentato ancora la struttura e le persiane originali. Ci si sposta poi nel corridoio superiore che risulta esattamente sovrapposto a sa lolla, dalle travi che sono sul soffitto spuntano dei chiodi, che servivano per appendere gli strumenti da lavoro per il pane e i cibi che dovevano essere conservati. Nella stanza in fondo si trova un altro camino, da qui la conclusione che fosse una stanza destinata agli ospiti; questa risulta collegata da una porticina alla stanza adiacente. Il tetto, retto da arcate uniche in ginepro (che si notano nella stanza in fondo e in quella ad essa collegata), è stato ristrutturato all’inizio degli anni ’90 sostituendo le canne con tavole ma riutilizzando le stesse tegole e gli stessi assi di ginepro.