Necropoli di is Loccis Santus

La necropoli di Is Loccis Santus, costituita da 13 sepolture a domus de janas, è una delle più importanti del Sulcis, insieme a quella di Montessu a Villaperuccio. Gli studiosi ascrivono il suo primo utilizzo, con lo scavo delle grotticelle, al Neolitico Recente, intorno al 3000 a.C., quando in tutta la Sardegna si diffuse la Cultura di Ozieri. Ma il maggior numero di reperti ritrovati in queste sepolture appartiene alla Cultura “del vaso campaniforme”, che prende il nome dal vaso a forma di campana caratteristico di quest’epoca e che fu diffusa in tutta l’Europa. Si tratta di ceramiche decorate con file di puntini e segni riempiti di materiale di colore diverso, su fondo nero o scuro, di grande pregio estetico. Questi reperti sono oggi esposti al Museo “Villa Sulcis” di Carbonia e fanno parte della Collezione Doneddu. La necropoli di Is Loccis Santus fu in uso per molti secoli, almeno fino agli inizi del II millennio a.C., prima di essere abbandonata. Uno degli aspetti più interessanti di questo sito è costituito dalla forma delle grotticelle: alcune di esse, infatti, presentano una planimetria che ricorda un fiore con i petali, caratteristica del Sulcis, che non si ritrova in nessuna altra parte della Sardegna. Si distinguono, inoltre, la terza tomba sulla destra a partire dall’ingresso dell’area, caratterizzata da un’architettura particolarmente accurata e importante, con sviluppo planimetrico longitudinale e dromos di accesso, e la tomba IV, collocata nella parte più alta della necropoli, con planimetria simile alla precedente e un corridoio di accesso pavimentato in piccoli ciottoli. Presso questa sepoltura si individua anche un menhir abbattuto; numerosi altri si trovano ancora nelle aree circostanti il sito. Sull’altura retrostante la necropoli si conserva un piccolo nuraghe monotorre, in parte crollato. Ma la bellezza di questo sito archeologico non è solo legata alle tracce delle civiltà antiche. Sulla sommità della collina, infatti, si conservano alcune postazioni antiaeree della Seconda Guerra Mondiale (entrambe queste emergenze non sono purtroppo visitabili). Infine, si può osservare da quest’area uno tra i più bei panorami del Sulcis, con vista sull’isola e sulla laguna di Sant’Antioco verso ovest, sull’isola di San Pietro a nord e sul Golfo di Palmas fino a Capo Teulada a sud.

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