Si tratta del monumento preistorico meglio conservato del Comune di Telti, anche se l’analisi risulta piuttosto complicata a causa dell’abbondante vegetazione e soprattutto degli ingenti crolli. Al giorno d’oggi è possibile intravvedere un ingresso, celato da una grossa pianta di lentischio, attraverso il quale si accede ad un piccolo vano circolare interrato e con copertura a tholos che presenta sulla sinistra una piccola apertura su un’altra camera. Di fronte si nota la sommità di un ulteriore piccolo varco, ciò fa pensare che il piano originale fosse più in basso di quello attualmente visibile. Recentemente identificato come di “tipo misto”, con le caratteristiche dei nuraghi a corridoio e di quelli a tholos. Esternamente si notano ancora dei filari di pietre che costituivano sicuramente il paramento murario del monumento costituito da massi granitici di medie e grandi dimensioni, lavorati sul lato esteriore e disposti a filari più o meno regolari; l’ingresso principale non è stato individuato ma si suppone a Sud come nella maggior parte dei nuraghi. Oggetto di studio e ricerche da parte di alcuni illustri studiosi a partire dall’ ‘800 sino a giorni nostri. Queste analisi non sono state seguite da alcun intervento di scavo, perciò non si possiede alcun dato scientifico per poterlo datare esattamente e attribuirgli una sicura funzione. Si colloca tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro e gli si può assegnare una destinazione d’uso abitativa e difensiva.