Il sito custodisce parte dei rinvenimenti derivanti dallo scavo archeologico eseguito in occasione dei lavori di riqualificazione dello spazio antistante la chiesa di San Simplicio. Lo scavo, che ha riconsegnato circa 450 tombe di età romana (dal 200 a.C. al 300 d.C.), restituisce una stratificazione di fasi di culto extraurbano e necropoli che percorre i primi 2000 anni di storia della città, dalla sua nascita con i Fenici fino al Medioevo.
Il sito, fiore all’occhiello della città, fornisce una testimonianza tangibile di Olbia antica. Già con i Fenici esiste probabilmente un luogo di culto nel sottosuolo dell’attuale chiesa, la cui attività prosegue nella fase greca e punica. In età romana il tempio è dedicato alla dea Cerere e lo spazio adiacente inizia ad essere occupato da sepolture. Con il cristianesimo il luogo di culto è dedicato al martire Simplicio e in età giudicale viene eretta la chiesa romanica.