Tramatza è un piccolo centro di mille abitanti ai confini dell’Oristanese, adagiato su un fertilissimo tratto di pianura alluvionale, da cui affiorano rocce basaltiche, testimonianza dell’antica attività vulcanica del vicino Montiferru. Il paese è attraversato dal fiume Cispiri da sempre determinante in storia ed economia agropastorale del paese, anche per la produzione di canne, note per la loro resistenza.
Posto tra la Carlo Felice e l’abitato del paese si può ammirare l’unico ponte romano sostanzialmente integro della provincia di Oristano. Attraversa il fiume Cispiri e venne edificato nel periodo tardo repubblicano o del primo impero.
Il paese compare per la prima volta nel 1130 nell’atto di fondazione del monastero di santa Maria di Bonarcado: faceva parte della curatoria del Campidano di Milis, all’interno del giudicato d’Arborea.
Nel centro storico, case tipicamente rurali, in mattoni di terra e paglia essiccati e con caratteristici portali e loggiati, fanno da contorno alla parrocchiale di Santa Maria Maddalena consacrata nel 1388 e al cui interno è conservato un sarcofago di età giudicale.
L’attività della popolazione è prevalentemente agricolo-pastorale e i prodotti locali che fanno da cardine alle due sagre principali del paese sono la cipolla e la pecora, festeggiate nella prima domenica di agosto la prima e il 24 giugno la seconda.