Chiesa patronale di Santa Chiara

La parrocchia di Santa Chiara entra a pieno titolo nella diffusione del gotico aragonese arrivato nel 1520 a Padria con la costruzione di Santa Giulia, a cura di maestranze, quasi sicuramente catalane operanti ad Alghero. Il gusto catalano si rileva soprattutto nella facciata a capanna (divisa in due ordini da una cornice orizzontale) dove il portale con arco gigliato e le altre decorazioni sono la risultante della diffusione operata da maestranze locali che avevano appreso gli stili aragonesi da quelle operanti a Padria. Venne edificata nel XVI-XVII secolo e poi ampliata nel XVIII, come risulta da una targa in pietra infissa nella facciata posteriore. Si presenta a unica navata con cappelle laterali, aggiunte successivamente, forse, nel seguente ordine: quelle poste di fronte ai lati del presbiterio, in passato dedicate a S. Narciso e a S. Giuseppe; quella a destra nella seconda campata, in passato dedicata al Crocifisso e che ora ospita la statua lignea di Santa Chiara; la prima a sinistra a la Madonna di Ferragosto. La volta a botte è segnata da due archi a sesto acuto che formano tre campate. Il presbiterio, a pianta quadrangolare, è stato ricostruito nel 1696 dal muratore bonorvese Francisco Tola. Nella prima campata si apre una cappella dedicata alle anime. Nel lato destro era presente la cappella di S. Antonio da Padova, eliminata, negli anni 60, per allargare la via. Nel lato dell’altare si ha la fonte battesimale, l’ambone e nel lato sinistro la statua di S. Chiara, opera lignea risalente al seicento. La Chiesa conserva anche alcuni stemmi gentilizi: uno scudo porta i pali di Aragona; l’altro, ripetuto anche in facciata, presenta tre piccole montagne simbolo del casato di Serafino Montagnan, primo feudatario di Cossoine, nonché dei ballerini con suonatore di liuto e una bella Annunciazione.

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