Nella parte alta del quartiere di Stampace, vicino alla porta dello Sperone, sorge il complesso gesuitico di San Michele. Lo compongono tre edifici: il convento, preceduto da atrio coperto e vestibolo; l’ex Casa del noviziato, attiva sino al 1848 e oggi sede dell’ospedale militare; e la chiesa, costruita a fine Seicento grazie ad un lascito del benefattore Francesc’Angelo Dessì, morto nel 1647. La chiesa venne consacrata nel 1738 e i Gesuiti, espulsi dall’Isola nel 1848, rientrarono nella loro chiesa ottant’anni dopo. Benché i lavori si siano protratti per quasi un secolo, la costruzione appare fortemente unitaria sia nell’impianto architettonico che decorativo e risponde pienamente ai dettami ideologici del potente e colto ordine gesuitico, all’interno di una concezione culturale tipicamente barocca. L’edificio è sorto su un’area di piccole dimensioni attigua alla casa del Noviziato, con la quale ha in comune una loggia di ingresso con una monumentale facciata prospiciente la via Azuni.
Sempre con il lascito del Dessì, nel corso del Settecento, fu costruita la sagrestia a pianta rettangolare e volta lunettata, in stile rococò; essa rappresenta, con il complesso di affreschi, stucchi, portali, pavimenti marmorei e arredo ligneo, un raro esempio nell’isola di rococò con influssi d’oltralpe. La sagrestia comunica con la chiesa tramite un ambiente quadrato voltato a crociera, dove si possono ammirare le tele raffiguranti i Misteri del Rosario di Giuseppe Deris e le sculture lignee con i Misteri della Passione di Giuseppe Antonio Lonis, che vengono portati in processione durante i riti della Settimana Santa cagliaritana.