Convento dei Cappuccini

Grazie a una lettera indirizzata al Capitolo della Cattedrale da parte del Vescovo Gavino Manca de Cedrelles, si evince che i Frati posero la prima pietra del convento e della chiesa di S. Maria degli Angeli l’8 dicembre 1608. L’edificio è su due livelli, con chiostro centrale cui si accede tramite un vestibolo affiancato alla facciata della chiesa e sopraelevato rispetto all’ampio piazzale prospiciente il complesso conventuale, cui si giunge dall’attuale via Garibaldi salendo una lunga e ampia scalinata. Il semplice chiostro porticato presenta al centro una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

I Cappuccini svolsero nel territorio la loro attività religiosa e sociale fino al 1867, cioè per oltre 250 anni, quando furono costretti ad andar via perché il convento e la chiesa vennero espropriati dallo Stato Sabaudo a causa delle cosiddette “leggi eversive” (legge 3036 del 7 luglio 1866) con le quali furono negati il riconoscimento e di conseguenza la capacità patrimoniale a tutti gli ordini, le corporazioni e le congregazioni religiose regolari, ai conservatori e i ritiri che comportassero vita in comune e avessero carattere ecclesiastico.

Dal 1877 vi fu istituito un ricovero di mendicità, più tardi un ospizio e un ricovero per malati di mente. Il complesso ha poi subito un restauro generale che ne ha stravolto – anche nei materiali impiegati – l’impianto originario, tuttavia l’intervento ne consente il parziale utilizzo da parte dell’istituzione municipale.