La “domu Ottu-Buccoi”, cosiddetta dal cognome sardizzato dei suoi proprietari ” Ortu-Buccoli” è una bio-architettura tradizionale in terra cruda nel centro del paese. Si tratta di una pregevole casa padronale, una delle ultime scampate alle demolizioni e ai restauri selvaggi, che pur avendo subito un crollo dell’ingresso nobile, mantiene integri la struttura, pur con destinazioni d’uso diverse di alcuni spazi e gli elementi tipici costitutivi delle case campidanesi dei primi del 900 e dei secoli prima: il cortile acciottolato, detto imperdau o imperdadeddu; le logge o loggiati, dette lollas, i soffitti incannucciati, detti cannizzadas e con travi di ginepro (tzinnibiri), i muri di mattoni crudi, ladiri (da later=mattone in latino)e malte di terra; forno a legna (su forru) e fornelli a carbone (forredda); il pozzo per l’acqua detto funtà.
La porzione del corpus centrale sopravvissuta ai crolli è la parte più recente della casa e risale ai primi anni ‘20. Recentemente restaurata dallo scenografo Emilio Ortu Lieto, nipote degli antichi proprietari, conserva 2 pitture decorative del decoratore serramannese Peppe Carcangiu, autore anche degli affreschi della chiesa patronale.
Le ale laterali, che erano preesistenti, oltre a stalle, magazzini, cantina, punti d’appoggio per la servitù, hanno subito dei restauri abbastanza rispettosi, negli anni ‘70, cambiando in parte destinazione d’uso. Sul fondo del cortile si trova la vaccheria, il portale d’uscita per gli animali e ciò che resta di due silos. Il cortile si caratterizza per essere anche un giardino incantato con alberi di alto fusto, abitato da molte specie di insetti, farfalle, uccelli, rettili, eccetera: un vero ecosistema.
In uno dei magazzini è presente una piccola mostra di costumi teatrali e nella casa si trovano ancora alcuni arredi e cimeli d’epoca.