Nell’area sub-pianeggiante di Monte d’Accoddi si sviluppa nel V millennio un insediamento che è stato datato alla Cultura di San Ciriaco (4400-4000 a.C.).
Nel corso del tempo, il crescente interesse delle popolazioni del Neolitico verso questo territorio è testimoniato dalla presenza delle numerose necropoli, connesse agli abitati che verosimilmente si sono localizzati in una vasta area attorno a Monte d‘Accoddi.
Nella prima metà del IV millennio (fase Ozieri I, 4000-3500 a.C.) l’insediamento nel sito è documentato da resti di capanne e da un’area megalitica, costituita da due tavole sacrificali e da un menhir. A questa stessa epoca si riferisce la costruzione di un primo monumento, denominato “Tempio Rosso” per la presenza di murature intonacate e dipinte con ocra. Questa prima struttura è costituita da una piattaforma quadrangolare preceduta da una rampa.
Sulla sommità è stata scoperta una capanna con funzione di cella, della quale si conservano parte dei muri dipinti di rosso. Forse a causa di un incendio, si costruisce all’inizio dell’Eneolitico (fase Ozieri II, 3500-2900 a.C) un tempio di maggiori dimensioni che ingloba il precedente. Il secondo monumento, una piramide tronca con profilo gradonato, è unico in Europa e nell’intera area del Mediterraneo.
Nell’area ad est del monumento si osservano resti di strutture abitative che fanno parte del vasto villaggio-santuario che viene frequentato per tutta l’Età del Rame. In tale contesto, la “ Capanna dello Stregone”, con i suoi significativi reperti, ha fornito dati fondamentali sulla fase relativa alla Cultura di Abealzu (2700-2400) a.C). Durante l’Età del Bronzo Antico il santuario perde la sua funzione di luogo di culto, fino all’abbandono, confermato dal rinvenimento di una sepoltura infantile attribuita alla Cultura di Bonnanaro (2300-1800 a.C).