La Chiesa, situata alle pendici del Monte Urpinu, venne edificata per volere del Barone Giovanni Sanjust di Teulada tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, su ruderi di un’antica chiesetta bizantina. La primitiva chiesa risultava più piccola dell’attuale in quanto fu ampliata abbattendo il muro di un locale antistante l’aula, segnato da una risega sul muro. La chiesetta è costituita da un’aula coperta da una struttura lignea su capriate poggiata su mensole in pietra a cui si affianca il presbiterio, su pianta quadrata rialzato di un gradino rispetto all’aula e separato da questo da un arco a sesto acuto. Il presbiterio risulta staccato dall’aula nel lato prospiciente la via Garavetti tramite un contrafforte aggettante che richiama gli antichi archi diaframma delle primitive chiese catalane. Questo (il presbiterio) è coperto da una cupola ottagona rivestita in coccio pesto che rievoca lontani echi bizantini e poggia su pennacchi cilindrici. Nel primo tratto dell’aula, dalla parte dell’ingresso, vi è un coro alto realizzato con struttura lignea poggiato su mensole lapidee, simili a quelle della copertura, e illuminato da un balcone finestra con parapetto in ferro battuto che si affaccia su fronte principale. Il coro fu realizzato nell’ambito di un progetto di restauro (1968) così come sia le finestre del presbiterio che i capitelli e le modanature dell’arcone del presbiterio che sono state reinterpretate su linee liberty della fine dell’Ottocento. I prospetti semplici e le linee essenziali denotano il volume interno segnato dalla copertura della chiesa in coppi sardi. Durante il secondo conflitto mondiale l’edificio subì gravi danni a causa dei bombardamenti e, in seguito, un restauro ne manomise la primaria struttura. Dopo un restauro curato dall’Assessorato ai Lavori Pubblici, del Comune di Cagliari, la chiesa viene oggi restituita alla città.