Semplice e poderosa nelle sue forme, la Chiesa di Santa Maria la Nova fu costruita nel 1500 con breve apostolico di Alessandro VI, sotto il patronato di Francesco II Orsini duca di Gravina e conte di Terlizzi. La chiesa, ubicata a poco meno di duecento metri dal Borgo su un terreno costeggiante la via larga che da allora si chiamò degli Osservanti, nacque contestualmente ad un cospicuo complesso conventuale corredato di celle fratesche, foresteria, aule, biblioteca, parlatorio, depositi vari, cucina, refettorio, chiostro, orto, giardino, cisterne. Ne 1619 l’edificio fu rinnovato a spese della conventualità “con l’aiuto della Vergine”, come recita l’iscrizione latina, incisa lungo il fregio di cimasa terminale del fianco meridionale della chiesa. Poi soprattutto nell’arco del Settecento la stessa nobiltà si costruì il proprio pantheon in S. Maria La Nova, chiamata tuttora da tutti “la Chiesa del Convento”, scomparso invece, quest’ultimo dal XIX secolo nella gran mole incompiuta del seminario. La sua maestosità duratura nel tempo, risplende grazie alle sue scalinate che ben cingono il perimetro.