Progettata dall’Architetto Franco Berarducci di Roma, a partire dagli anni ottanta, è realizzata dall’impresario Antonio Ibba sotto la guida del parroco don Tonio Tagliaferri e con la collaborazione dell’intera comunità parrocchiale. I principi fondamentali che hanno guidato nella ideazione dell’opera sono cosi riassumibili: protagonista della liturgia è il popolo di Dio composto da tutti i fedeli battezzati e rappresentato dalla gerarchia ecclesiastica. Il mistero principale è la passione e la morte di Gesù Cristo, che si rivive con la liturgia eucaristica, l’annuncio della parola di Dio e la celebrazione dei sacramenti. Ecco come questi principi sono stati realizzati nella chiesa di Santo Stefano: l’aula della chiesa è un anfiteatro con tredici gradoni per un totale di 1350 posti a sedere, si ottiene cosi un gran numero di fedeli attorno all’altare in un raggio di sedici metri favorendo la massima visibilità dell’altare, del celebrante e degli stessi fedeli tra loro. L’altare è un blocco quadrato di granito rosa che simboleggia l’universalità del messaggio cristiano. L’uso del cemento, in particolare il solaio di quasi 1000 metri quadrati, ha consentito di utilizzare un cassettonato triangolare come volta, di straordinaria efficacia simmetrica ed estesa sonorità. Di straordinaria bellezza anche la croce a stilo in argento di Franco Aspro e del tabernacolo, opera di suor Agar Loche. Interessante anche la cappella feriale.