Complesso Monumentale di Santa Giuliana

Il monastero di Santa Giuliana venne fondato nel 1253 per interessamento del cardinale Giovanni da Toledo, Papa Innocenzo IV istituisce canonicamente la comunità̀, che assume la Regola di San Benedetto e l’ordinamento dei frati Cistercensi.  È considerato tra i più importanti monumenti dell’architettura cistercense in Italia.


LA CHIESA DI SANTA GIULIANA

La facciata, realizzata in travertino bianco e pietra rosa ammonitica del Monte Subasio, è impreziosita da un elegante portale e da un rosone gotico. Il campanile, con cuspide poligonale e decorazione a “gattoni”, completa con slancio verticale il profilo dell’edificio. L’interno, ad aula unica, conserva importanti affreschi trecenteschi raffiguranti il Cristo e Santa Giuliana martire, testimoni dell’antico splendore pittorico della chiesa. Dopo un lungo periodo di chiusura, la chiesa è stata riaperta al culto nel 1937, riportando in vita una storia spirituale lunga secoli.


CORTILE DEL LECCIO

L’accesso al complesso monastico avviene tramite un portale duecentesco situato a sinistra della chiesa. Si entra così nel cosiddetto Cortile del Leccio, un tempo destinato a magazzini e locali di servizio. Il cuore verde di questo spazio è un maestoso albero di leccio, che con i suoi oltre trecento anni di età e una chioma di ventiquattro metri di diametro è oggi considerato uno straordinario monumento arboreo.


CHIOSTRO

Il chiostro, a pianta quadrata come le domus romane, è il fulcro architettonico e spirituale dell’intero complesso. Realizzato nel 1376 per l’arrivo delle reliquie di Santa Giuliana, viene attribuito a Matteo Giovannello da Gubbio, detto il Gattapone. La struttura si sviluppa su due livelli: il piano inferiore presenta arcate a sesto acuto poggianti su venti colonne ottagonali, alternate in fasce bicrome di travertino e ammonite rosa; quello superiore è scandito da arcate a tutto sesto, con trifore e piccoli rosoni decorativi.

Presenta venti colonne, i cui capitelli sono decorati a foglie d’acanto, uno presenta testine umane e l’ultimo ha un misterioso e affascinante ciclo figurativo a tema alchemico.

Lungo le pareti si conservano ancora preziosi affreschi del Trecento, eseguiti a monocromo e impostati a scacchiera, con alternanza di verde-turchese e terra d’ombra, raffiguranti episodi della vita di Gesù e scene di quotidianità monastica.


GALLERIA (LOGGIATO SUPERIORE DEL CHIOSTRO)

Al piano superiore del chiostro si apre la cosiddetta Galleria, che custodisce alcuni tra i più antichi e importanti affreschi del complesso. Si tratta di opere di ispirazione bizantina risalenti al XIII secolo, tra cui spiccano L’Incoronazione della Vergine e L’Ultima Cena, attribuite al Maestro del Trittico Marzolini.

Questa parte del monastero, riservata un tempo alla meditazione e alla clausura, si configura oggi come uno scrigno d’arte che conserva e racconta la devozione visiva delle monache cistercensi.


SALA DEL CAPITOLO

La sala capitolare, un tempo luogo centrale della vita monastica, conserva ancora la suggestiva struttura originaria a crociera. Due colonne centrali sorreggono i costoloni che suddividono l’ambiente in sei campate, creando un equilibrio perfetto tra spazio e spiritualità.

Le pareti ospitano affreschi trecenteschi di scuola giottesca e cimabuesca, che narrano storie cristologiche con intensità emotiva e una raffinata sensibilità pittorica.


STANZE DELLA BADESSA

Le stanze private della badessa, eleganti e raccolte, conservano soffitti a crociera con costoloni dipinti di un caldo rosso ruggine. Le pareti sono decorate con motivi che imitano tessuti broccati, in tonalità rosate e con lunette adornate da motivi floreali che richiamano, in modo sorprendente, lo stile Liberty.

Particolarmente suggestivi sono i due clipei (medaglioni circolari) posti all’ingresso, in cui sono raffigurati il Cristo e l’Agnus Dei: due simboli profondi della spiritualità cistercense.


NOTE STORICHE FINALI

Il monastero di Santa Giuliana visse momenti di grande splendore grazie alle sue religiose, molte delle quali provenienti da famiglie nobili e portatrici di ricche doti. Con la soppressione napoleonica agli inizi dell’Ottocento, il complesso perse la sua funzione religiosa e la chiesa fu trasformata in granaio.Nel periodo postunitario, il monastero divenne ospedale militare, funzione che mantenne a lungo. Dal 1993, il complesso ospita la Scuola di Lingue Estere dell’Esercito (SLEE), un’istituzione di eccellenza che ha restituito dignità e vita a questo luogo ricco di storia, arte e spiritualità.

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