Cripta di Santa Restituta

La cripta di Santa Restituta è un ipogeo in parte natu- rale e in parte scavato nella roccia, utilizzato in epoca tardo-punica, romana e probabilmente paleocristiana. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel XIII secolo, la cripta ebbe nuova vita e venne decorata con affreschi di gusto tardo bizantineggiante di cui rimane un brandello rafigurante San Giovanni Battista. Vi si impiantò inoltre il culto della Santa Restituta di origine africana, le cui re- liquie, giunte nell’isola già nel V secolo, furono raccolte in una olla di terracotta, rinvenuta nel ’600 durante gli scavi alla ricerca dei Corpi Santi. Agli inizi del XVII secolo, terminati i lavori di scavo, fu costruita un’edicola sacra in laterizio per ospitare il simulacro in marmo della Santa, a cui furono attribuite origini locali (Restituta cagliarita- na, madre di Sant’Eusebio) e una piccola cripta destinata ad ospitare la cosiddetta colonna del martirio. Altri rudi- mentali altari furono costruiti a breve distanza: vennero realizzati in pietrame e malta e decorati nel frontespizio in pietra. Durante il secondo conflitto mondiale la cripta fu utilizzata come rifugio antiaereo e proprio davanti al suo ingresso il 17 febbraio 1943 le bombe fecero moltis- sime vittime, tra le quali l’artista Tarquinio Sini, abitante nel quartiere di Stampace