L’ex Colonia Campestre di Sassari, situata in via Savoia, sorse nel 1921 come Preventorio antitubercolare “Principe Umberto di Savoia” per accogliere bambini indigenti e fragili. La Giunta Municipale la definì un’opera pia di grande valore sociale. La struttura si trovava in un’area olivata di cinque ettari nella regione Cappuccini, scelta per il clima salubre. Inizialmente ospitava oltre 80 bambini, ma l’aumento delle richieste rese necessaria la costruzione di un nuovo edificio su tre piani, progettato dall’ingegnere Giuseppe Flores in stile toscano. Dotato di dormitori, refettori e servizi moderni, garantiva condizioni igienico-sanitarie adeguate. Finanziata in parte dallo Stato e da donazioni private, tra cui il lascito del professor Amerigo Filia, la colonia era gestita dalle suore Domenicane, che curavano anche l’educazione religiosa. Nel tempo, con il miglioramento delle condizioni sanitarie, perse la sua funzione e venne progressivamente abbandonata, diventando un simbolo della trasformazione urbana di Sassari.
Oggi è oggetto di progetti di riqualificazione per restituirla alla comunità come spazio culturale e sociale, preservandone il valore storico. Il suo recupero rappresenterebbe un omaggio alla memoria della città e un’opportunità per creare un nuovo centro di aggregazione e cultura, mantenendo vivo il suo spirito originario di accoglienza e solidarietà.