I locali della chiesa e dell’ex Convento del Carmelo (seconda metà del XVII secolo-primo quarto del XVIII) presentano una controversa vicenda costruttiva articolata in tre fasi, la prima delle quali risalente al 1637. I differenti momenti, protratti per oltre un secolo, investirono sin dal principio anche alcuni ambienti della chiesa che, in origine, doveva essere una cappella annessa al corpo di fabbrica dell’omonimo Convento. Di un ampliamento parlano documenti risalenti al 1646, ma è probabile che i lavori ebbero inizio soltanto a partire dall’ultimo quarto del XVII secolo, quando furono risolte le dispute patrimoniali legate all’Ordine. La Chiesa del Carmelo, in seguito a questi lavori di ampliamento, si trovava al centro del complesso conventuale che, ulteriormente ampliato nel 1751, fu oggetto di rimaneggiamenti dopo l’appropriazione dei beni degli Ordini conventuali da parte del Regno Sardo Piemontese, avvenuta nel 1850. I locali non subirono gravi mutamenti strutturali e mantennero la piena dignità architettonica, come annotò l’architetto responsabile De la Riva Velasco. Cessate le funzioni sacre, la nuova veste dell’ex Convento è il risultato di un attento studio sulle esigenze delle attuali funzioni espositive, legate alla conservazione, valorizzazione e la promozione dell’arte del Novecento e del contemporanea, come previsto dalla legge regionale di riordino dei beni culturali.