La villa di S’Imbalconadu, facilmente raggiungibile percorrendo per pochi km da Olbia la S.P. 24 in direzione Loiri, è un complesso di età romana repubblicana (II-I sec. a.C.) utile per lo sfruttamento agrario della piana del Padrongianus. Il sito occupa un piccolo rilievo a ridosso del fiume, e si compone di un edificio abitativo posto al centro di un’ampia corte, su cui si aprivano ambienti per le attività produttive o per l’immagazzinamento dei prodotti.
Le parti oggi conservate sono pertinenti al corpo centrale, all’ala meridionale e in parte a quella occidentale. La tecnica edilizia di tutto il complesso è costituita da massi di granito locale, legati con malta di fango, su cui dovevano poggiare gli alzati in mattoni crudi. Due vani nell’area meridionale sono collegati a cisterne: probabilmente si tratta di strutture per la pigiatura e la conservazione dei prodotti come l’olio o vino. Gli altri ambienti affacciati sulla corte mostrano tracce di attività di pianificazione e immagazzinamento dei prodotti. Il corpo centrale costituiva invece l’abitazione del conduttore e della sua famiglia, e doveva essere su due piani, in modo che dall’alto si potesse controllare la fattoria e il terreno circostante.
Dall’area proviene una stele con la divinità punica Tanit, oggi al museo di Sassari, che mostra la persistenza di culti punici in piena età romana.