Fra le altre attrattive del territorio di Santadi è presente la foresta di Pantaleo, che vanta la più estesa lecceta del mondo. Il leccio (Quercus Ilex L.) è un sempreverde che raggiunge i 10-15 m di altezza, è poco esigente in termini di acqua, ha un tronco robusto e chioma folta e tondeggiante. Il legno del leccio non è adatto alla lavorazione perciò in passato è stato utilizzato per la produzione del carbone. Oltre al leccio, nella foresta è presente il tasso, l’agrifoglio, il lentisco, il mirto e il corbezzolo. Come la flora, ricca è anche la fauna: insieme al cervo, al cinghiale, trovano spazio importanti specie di volatili fra le quali l’aquila reale e il falco pellegrino. Da non dimenticare la presenza, ormai da oltre vent’anni, di un allevamento di lepri sarde (Lepus capensis mediterraneus), a salvaguardia della specie. Importanti anche le testimonianze archeologiche all’interno della foresta: fra queste, il complesso termale di epoca romana di Is Figueras e i piccoli spiazzi circolari realizzati in diversi punti della foresta dai carbonai, per la preparazione delle carbonaie. Infatti fra il 1872 e il 1951 la foresta venne sfruttata per la produzione del carbone e della polvere da sparo dalla francese “Compagnie des Forges et Acieries de la Marine d’Homecourt”. Attraverso una piccola linea ferroviaria, i prodotti della foresta di Pantaleo giungevano a Porto Botte e da li venivano destinati ai porti francesi di Marsiglia e Tolone. Oggi l’Ente Foreste, che ha sede negli edifici ristrutturati della Des Forges, ha avviato diversi progetti per la valorizzazione della foresta, con l’approntamento di un Centro Visite, di un percorso di circa 3 km che si snoda nel bosco e di diverse aree di sosta.